In questo articolo ci occuperemo dei materiali fonoassorbenti, e distingueremo il concetto di fonoassorbenza da quello di fonoimpedenza.
Avere un ambiente dedicato alla musica è importante: spesso per motivi di budget si sceglie di registrare in casa e affidarsi a uno studio esterno per mix e mastering.
Non intendiamo addentrarci troppo nè usare un linguaggio troppo tecnico, la materia è parecchio complessa e con queste poche righe non scalfiremo nemmeno la punta dell’iceberg, ma vorremmo fare un po’ di chiarezza su un argomento che spesso riemerge nelle domande che ci vengono rivolte dai musicisti.
“Vorrei costruirmi una saletta per provare e registrare con il gruppo, o per esercitarmi da solo, con una buona acustica e senza disturbare i vicini, quanto fonoassorbente mi serve? E quanto costa?”
La risposta spesso è poco incoraggiante: infatti, il fonoassorbente da solo non basta. Occorre una combinazione tra fonoassorbente e materiale fonoimpedente.
Distinguiamo innanzitutto tra i materiali fonoassorbenti e i materiali fonoimpedenti. Come si intuisce dal nome, un materiale fonoassorbente assorbe le onde sonore, impedendo a parte di esse di rimbalzare sulla superficie e riflettersi nell’ambiente circostante. Un materiale fonoimpedente, invece, agisce come una barriera per le onde sonore, impedendo loro di diffondersi all’esterno.
Spesso si confonde l’esigenza di avere una stanza acusticamente trattata, “asciutta” (cioè senza riverbero/eco) con quella di un ambiente acusticamente isolato dal resto della casa. In pratica, si fa confusione tra trattamento acustico e isolamento acustico. In breve, la differenza è questa:
- Trattamento acustico: un insieme di accorgimenti, tipicamente fonoassorbenza e diffusione, mirati ad ottenere un ascolto preciso e gradevole all’interno di un ambiente
- Isolamento acustico: soluzioni mirate ad impedire che le onde sonore generate all’interno dell’ambiente si trasmettano al di fuori di esso.
Quando si dice “insonorizzare” quindi si tende a semplificare sovrapponendo e confondendo questi due concetti. In pratica, possiamo avere una stanza ben suonante, trattata con fonoassorbente e diffusori acustici posizionati in maniera ottimale, e disturbare prepotentemente i vicini di casa perché le nostre pareti non sono sufficienti a contenere le onde sonore.
Iniziamo ad occuparci dei materiali fonoassorbenti, e rimandiamo il discorso sulla fonoimpedenza alla prossima puntata.
Materiali fonoassorbenti
Ogni materiale è in qualche misura fonoassorbente. Parte dell’energia sonora viene infatti sempre assorbita. La differenza fondamentale è quanta energia sonora il materiale riesce ad assorbire.
Il fonoassorbente serve a impedire che le onde sonore “rimbalzino” eccessivamente nella stanza, creando riverberi ed echi brevi. A tutti sarà capitato di entrare in una stanza vuota, non arredata, e percepire un’eco decisamente pronunciato ad ogni rumore. Ascoltare musica in questi ambienti è un’esperienza decisamente poco gratificante. Quindi si ricorre a materiali fonoassorbenti per ridurre l’eccessiva “vivacità” della stanza. In questo modo ciò che esce dall’impianto audio e dai nostri strumenti arriverà al nostro orecchio in modo più diretto, senza rimbalzare continuamente tra le pareti, e nell’insieme l’ascolto sarà migliore, più piacevole e preciso. Ovviamente stiamo semplificando: per un ascolto realmente equilibrato e neutro occorrono molti altri accorgimenti, ma non è questa la sede per affrontare l’argomento.
Alcuni tipici materiali fonoassorbenti sono:
Materiali porosi
I materiali porosi sono i più diffusi e i più semplici da ottenere, ma risultano poco efficaci sulle basse frequenze. Il suono si diffonde nell’aria e penetrando nella struttura porosa di questi materiali converte la sua energia in calore. I più diffusi sono:
Schiuma melamminica
I tipici fonoassorbenti piramidali che troviamo in sala prove. Questo tipo di materiale è molto efficace generalmente sulle alte/medie frequenze, ma la sua efficienza dipende da vari fattori quali spessore, densità e posizionamento
Lana di roccia/lana di vetro
Materiale ampiamente usato in edilizia, soprattutto come isolante termico, ha ottime caratteristiche di assorbimento acustico. Tuttavia, l’efficacia dipende da una vasta gamma di fattori. I materiali migliori hanno capacità di assorbimento a partire da 150hz circa, e vengono utilizzati per dispositivi fonoassorbenti detti “broadband”. In pratica, la lana di vetro a pannello che troviamo nei negozi di “fai da te” non da garanzie di successo: meglio contattare i produttori e farsi fornire i dati sui coefficienti di assorbimento. Se volete vederli da vicino, venite a trovarci in studio! 🙂
Dispositivi risonanti
A differenza dei materiali porosi, questi dispositivi sono efficaci su una gamma più ristretta di frequenze, ma riescono ad assorbire meglio le basse. Per questo sono usati in combinazione con gli assorbitori porosi negli studi di registrazione e in tutti gli ambienti che richiedono un ascolto accurato.
Dispositivi a pannello/membrana
Sono dispositivi fonoassorbenti basati su una membrana che risuona con un determinato range di frequenze e, a contatto con un’intercapedine ed ulteriore materiale, le assorbe. Molto efficaci sulle basse frequenze, riflettenti su medie e alte.
Risonatori
I risonatori sono dispositivi complessi, tarati su una precisa frequenza di risonanza. L’esempio più classico è il risonatore di Helmholtz, dalla forma simile ad una bottiglia. La frequenza su cui agisce il risonatore varia in base al diametro dell’apertura, la lunghezza del condotto e il volume della camera d’aria. Vengono utilizzati per correggere risonanze eccessive della stanza, agiscono su una banda di frequenze molto stretta.
Miti e leggende metropolitane

I cartoni delle uova
Ancora oggi, nell’era di internet e dell’informazione globale, li vediamo appesi ai muri di sale prova e presunti “studi di registrazione”. Basterebbe una breve ricerca per scoprire che in realtà i cartoni delle uova hanno un’efficacia praticamente nulla come fonoassorbenti. Un test di laboratorio ci mostra come il loro massimo coefficiente di assorbimento sia concentrato sui 1000hz (frequenze medie), ma ad un valore troppo basso perchè possa avere una qualche efficacia nel mondo reale. Quindi: se qualcuno vi chiede dei soldi per registrare in una stanza con i cartoni delle uova, scappate!
Sughero
Il sughero è bello da vedere, ma non ha molta utilità come fonoassorbente. Inoltre è piuttosto costoso.Se non vi fidate e vi piacciono le formule, controllate il suo coefficiente di assorbimento su questo sito. (nota per i non-anglofoni: sughero in inglese è cork!)

Legno, perline e pannelli di truciolato
Il legno è un materiale che trova molti usi in acustica, ma applicarlo semplicemente alle pareti come fonoassorbente è inutile e controproducente. Probabilmente avrete visto “studi di registrazione” con regie improvvisate circondate da perline e pannelli di truciolato. Forse sono un po’ più belli esteticamente delle confezioni di uova, ma acusticamente hanno più o meno la stessa efficacia. Il legno è invece usato per dispositivi fonoassorbenti a membrana, ma in questo caso il principio è totalmente diverso. Anche in questo caso, controllate i test di laboratorio disponibili qui.

Gommapiuma da imballaggio
Anche se l’aspetto spesso è simile alla schiuma melamminica, questo materiale non è concepito per l’assorbimento acustico, ma per riparare gli oggetti da urti vari. A causa della sua struttura interna, anche se porosa, risulterà scarsamente efficace come fonoassorbente.
Questo è tutto per oggi… La prossima volta affronteremo brevemente l’argomento fonoimpedenza, ovvero come evitare che i vicini chiamino la polizia quando suonate! 🙂